La casistica va dal phishing delle credenziali, con link e allegati dannosi, allo spam con ransomware e malware, alla compromissione delle email aziendali; si riscontrano anche false landing page e downloader: tutti accomunati al tema del coronavirus.
Ed è ovviamente molto facile che le vittime, attirate dall’offerta di cure, vaccini, mascherine, notizie in genere che richiamano il virus, facciano il temuto “clic”.
Così come cresce il sentiment globale sulla pandemia, cresce anche il trend degli attacchi hacker, con email che vengono inviate anche 200mila alla volta.
Attenti dunque alle email in arrivo, perché possono nascondere downloader di malware oppure rubare le credenziali della vittima, imitando ad esempio GMAIL o altre landing page e chiedendo di inserire il proprio nome utente e la password.
Come fare allora per evitare di abboccare all’esca dei cybercriminali da coronavirus?
Sicuramente occorre avere attenzione per le email in arrivo, oltre che affidarsi a provider affidabili e a reti virtuali private (VPN) sicure e, soprattutto, ricordarsi che i criminali informatici contano proprio sulle nostre paure e sui comportamenti
Fonti: In4mati, Federprivacy